domenica 19 gennaio 2014

Un po' di noi... 
I nidi raccontano idee e percorsi progettuali

Nido d'infanzia La Tartaruga di Porto Mantovano

Questione di diritti


Ci preme, in questo blog, far conoscere una particolarità dei progetti di sezione pensati per questo anno scolastico in cui crediamo molto.



Ogni sezione cercherà di sviluppare tre diritti dei bambini: 

La sezione piccoli rifletterà sul diritto all'ozio, diritto a un buon inizio, diritto al silenzio.

La sezione medi si occuperà di diritto agli odori, diritto all'uso delle mani, diritto alle sfumature.

La sezione grandi si occuperà del diritto a sporcarsi, diritto alla strada, diritto al selvaggio.

Anche il progetto comune di nido seguirà la scia riflessiva dei diritti e, nello specifico, del diritto al dialogo.

Di seguito riportiamo, nel dettaglio, i diritti a cui faremo riferimento.

  1. Il diritto all’ozio
Siamo nell'epoca in cui tutto è programmato, curriculato, informatizzato. Ai bambini e alle bambine offriamo praticamente una settimana programmata nei minimi dettagli. Spesso le loro iter scolastici, le loro carriere, sono praticamente predefiniti da noi adulti. Non c'è spazio per l'ozio, l'imprevisto, l'auto-organizzazione infantile. Anche gli stessi spazi di gioco sono preorganizzati. Non c'è, da parte dei bambini e delle bambine, la possibilità di momenti autogestiti. È ingiusto pensare al tempo dei bambini e delle bambine esclusivamente come un tempo di preparazione a "quando saranno adulti, con un loro lavoro"? È importante la meta, ma è altrettanto importante il "cammino" che si fa per giungere a quel traguardo. L'infanzia va vissuta in quanto tale e non solo come periodo di preparazione all'età matura. Si tratta perciò di imparare a "camminare" sapendo che educazione è anche "fare strada insieme", attenti a ciò che ci viene incontro in maniera imprevista. E forse, come afferma il Piccolo Principe, capiremo che "l'essenziale è invisibile agli occhi". E' indispensabile, per noi grandi, prendere coscienza che il tempo del gioco, il tempo dell'ozio, il tempo del "non far niente insieme agli amici" è importante. E tutto questo anche senza la presenza di noi adulti. I bambini e le bambine hanno bisogno di scoprire da soli quelle che sono le regole dello stare insieme, del giocare nello stesso luogo. Solo così matureranno e faranno proprie le "regole fondamentali di convivenza". Saranno regole, a quel punto, acquisite naturalmente nella coscienza personale e non imposte dagli altri, dall'adulto, dall'alto.

2. Il diritto a sporcarsi

L'epoca attuale è quella del look, delle cartelle firmate, delle riviste di moda e dei negozi di abbigliamento per l'infanzia, dei bambini col cellulare. Ma il nostro è anche il tempo del "non ti sporcare", "stai attento", "ma cosa mi hai combinato?!". Credo che i bimbi e le bimbe abbiano il sacrosanto diritto di giocare con i materiali naturali: la sabbia, la terra, l'erba, le foglie, i sassi, i rametti, la neve, l'acqua,... Quanta gioia c'è, nei bambini e nelle bambine, quando pastrocchiano in una pozzanghera o in un cumulo di sabbia o di neve. Però queste, a detta degli esperti, rischiano di essere attività poco igieniche. Nulla si dice sulla poca igienicità di una moquette, delle paste sintetiche ampiamente reclamizzate con cui giocano e manipolano i bambini e le bambine soprattutto nelle scuole. Proviamo ad osservare attentamente bimbi e bimbe in alcuni momenti di pausa dai giochi organizzati oppure quando siamo in un boschetto o su un prato. Sarà interessante scoprire che un bimbo o una bimba sono capaci di giocare per ore con le poche cose trovate per terra, le foglie d'erba, un po' di sabbia, alcuni bastoncini o ciottoli. Sono sufficienti uno spazio all'aria aperta, qualche semplice oggetto che l'ambiente naturale ci regala, un po' d'acqua e... un clima sereno. In questa semplicità emerge un grande messaggio educativo per i mondo di noi adulti: i bimbi e le bimbe ci insegnano che non hanno bisogno di giochi e giocattoli complicati ed elaborati, ma che si accontentano delle piccole e semplici cose che la natura di offre, in un clima sereno e accogliente.

3. Il diritto agli odori

Oggi il rischio è quello di mettere tutto "sotto vuoto". Nel percorrere le nostre città e i nostri paesi è difficile poter distinguere luoghi tipici, percettibili olfattivamente fino a pochi anni fa. Pensiamo alla bottega del fornaio, all'officina del meccanico delle biciclette, al calzolaio, al falegname, alla farmacia. Questi luoghi emanavano odori speciali, di cui si impregnavano i muri, le porte, le finestre. Oggi entrare in una scuola (chi non ricorda l'odore del primo giorno di scuola), in un ospedale, in un supermercato o in una chiesa spesso significa respirare ed annusare lo stesso odore di detergente. Non ci sono più differenze. Abbiamo annullato le diversità di naso, o meglio le diversità olfattive. Eppure chi di noi non ama sentire il profumo di terra dopo un acquazzone e non prova un certo senso di benessere entrando in un bosco ed annusando il tipico odore di humus misto ad erbe selvatiche? Sono sensazioni che dal naso passano direttamente al cervello e spesso ci fanno fare salti di memoria, tornare alla nostra infanzia. Imparare fin da piccoli il gusto degli odori, percepire i profumi offerti dalla natura, sono esperienze che ci accompagneranno lungo la nostra esistenza. Non possiamo derubare il mondo dell'infanzia di questa grande opportunità: il diritto al proprio naso.

4. Il diritto a prendere la parola

Dobbiamo constatare sempre di più la triste realtà di un sistema di comunicazione e di informazione "unidirezionale". Da una parte la TV, i giornali, i mass-media, dall'altra gli ascoltatori, i telespettatori che subiscono passivamente. Siamo al monologo. Un tempo si poteva entrare tranquillamente nelle case e si poteva chiacchierare al caldo del camino o della stufa. Oggi al centro non c'è più il fuoco, ma la televisone e, possibilmente, sempre in funzione. Si mangia, si gioca, si lavora, si accolgono gli amici "a televisione accesa". Un calcolo matematico (approssimato e per difetto) ci dice che se un bambino o una bambina seguono la TV per 2 ore al giorno, moltiplicato per circa 360 giorni all'anno, abbiamo un totale di 720 ore. Se dividiamo per le 24, cioè le ore di un giorno, otteniamo 30. Trenta giorni, cioè un mese ininterrotto (24 ore al dì) di televisione all'anno. E questo non è certo dialogo. Con la televisione non si "prende la parola". Cosa diversa è il raccontare fiabe, narrare leggende, vicende e storie, fare uno spettacolo di burattini. In questi casi anche lo spettatore-ascoltatore può prendere la parola, interloquire, dialogare.

5. Il diritto a saper usare le mani

La tendenza del mercato è quella di offrire tutto preconfezionato. L'industria sforna ogni giorno miliardi di oggetti "usa e getta", che non possono essere riparati. Nel mondo infantile i giocattoli industriali sono talmente perfetti e finiti che non necessitano dell'apporto creativo della manualità del bambino o della bambina. Oggi, poi, anziché i calcio-balilla, nelle sale giochi o nei circoli ricreativi, ci si abitua al video-gioco. E nel contempo mancano le occasioni per sviluppare le abilità manuali ed in particolare la manualità fine. Non è facile trovare bambini e bambine che sappiano piantare chiodi, segare, raspare, scartavetrare, incollare... anche perché è difficile incontrare adulti che vanno in ferramenta a comprare i regali ai propri figli. Quello dell'uso delle mani è uno dei diritti più disattesi nella nostra società post-industriale e rischiamo di avere bambini e bambine capaci di stare ore davanti ad un computer, ma incapaci di usare un martello o un paio di pinze.

6. Il diritto ad un buon inizio

Qui mi riferisco alla problematica dell'inquinamento. L'acqua non è più pura come cantava San Francesco, l'aria è intrisa di pulviscoli di ogni genere. Non meravigliamoci, perciò, della esplosione delle allergie, che colpiscono oggigiorno una buona percentuale di popolazione. La terra è fecondata dalla chimica di sintesi. Si dice sia il frutto non desiderato dello sviluppo e del progresso. Eppure in quel "tornare indietro" che molti di noi hanno vissuto fra il 1973 e il 1974, con la famosa "austerity", abbiamo ritrovato il gusto della città, lo stare insieme in maniera conviviale, divertente, spensierata, senza l'assillo dell'automobile e del tempo. È questo che spesso i bimbi e le bimbe ci chiedono. Da qui l'importanza dell'attenzione a quello che "fin da piccoli si mangia", "si beve" e si respira.

7. Il diritto alla strada

La strada è per eccellenza il luogo per mettere in contatto. La strada e la piazza dovrebbero permettere l'incontro. Oggi sempre più le piazze sono dei parcheggi e le strade sono invivibili per chi non ha un mezzo motorizzato. Piazze e strade sono divenute paradossalmente luoghi di allontanamento. É praticamente impossibile vedere bambini giocare in piazza, spostarsi in bicicletta. Gli anziani sono continuamente in pericolo in questi luoghi. Dobbiamo renderci conto che, come ogni luogo della comunità, la strada e la piazza sono di tutti, così come ancora è in qualche nostro piccolo paesino di montagna o in molte città del Sud del mondo.

8. Il diritto al selvaggio

Anche nel cosiddetto tempo libero tutto è preorganizzato. Siamo nell'epoca dei "divertimentifici". Gli esempi più eclatanti sono Eurodisney, Gardaland, Mirabilandia... parchi gioco programmati nei dettagli. E così è nel piccolo, nei parchi pubblici e nel verde delle città, compreso l'arredo urbano. Certo, nulla da eccepire riguardo l'aspetto estetico. Ma dov'è la possibilità di costruire un luogo di rifugio-gioco, una capanna di legno, dove sono i canneti e i boschetti in cui nascondersi, dove sono gli alberi su cui arrampicarsi? Il mondo è fatto di luoghi modificati dall'uomo, ma è importante che questi si compenetrino con luoghi selvaggi, lasciati allo stato naturale. Anche per l'infanzia.

9. Il diritto ad ascoltare il silenzio

I nostri occhi possono socchiudersi e così riposare, ma le orecchie sono sempre aperte. Così sono sottoposte continuamente alle sollecitazioni esterne. Mi sembra ci sia l'abitudine al rumore, alla situazione rumorosa, a tal punto da temere il silenzio. Sempre più spesso è facile partecipare a feste di compleanno di bimbi e bimbe accompagnate da musiche assordanti. E così accade anche a scuola. L'immagine emblematica di tutto ciò è data da coloro che si spostano alle periferie delle città e a piedi o in bicicletta si portano nella natura, per una bella passeggiata, con le cuffie del registratore portatile ben inserite nelle orecchie. Perdiamo occasioni uniche: il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell'acqua. Questo significa diritto al silenzio, ad educarci all'ascolto silenzioso.

10. Il diritto a percepire le sfumature

La città ci abitua alla luce, anche quando in natura luce non c'è. Nelle nostre case l'elettricità ha permesso e permette di vivere di notte come fosse giorno. E così spesso non si percepisce il passaggio dall'una all'altra situazione. Quel che più è grave è che poche persone, pochi bambini o bambine, riescono a vedere il sorgere del sole, cioè l'aurora e l'alba oppure il crepuscolo o il tramonto. Non si percepiscono più le sfumature. Il pericolo che qualcuno paventa è che vedendo solo nero o bianco si rischi davvero l'integralismo. In una società in cui le diversità aumentano anziché diminuire, quest'atteggiamento può risultare realmente pericoloso. È una riflessione che ci interpella tutti.

Un po' di noi... 
I nidi raccontano idee e percorsi progettuali

Nido d'infanzia Ambarabà di Pegognaga


Un po' di noi... 
I nidi raccontano idee e percorsi progettuali

Nido d'infanzia Arcobaleno di Quistello

Benessere al nido. 
Il "gusto" della vita: il valore dell'alimentazione.



Parlare di cibo evoca in ogni individuo immagini ed emozioni diverse che non sono strettamente legate all’assunzione di alimenti quanto all’atmosfera che si crea attorno a questo momento.
Alimentarsi è un fatto culturale che trascende l’aspetto nutrizionale e veicola valori quali il benessere, il piacere, la salute, la prevenzione
e il gusto. Il gusto inteso non solo come cura e attenzione per ciò che mangiamo ma come gusto della vita, poiché come ci alimentiamo influenza la nostra vita dal punto di vista fisiologico, biologico, culturale, sociale e psicologico.
Al Nido il momento del pasto è uno dei primi contesti dove i bambini mangiano senza i genitori, vivono un’esperienza polisensoriale condivisa con gli amici e gli adulti presenti. La conquista graduale di un clima di serenità, di tranquillità e di empatia favorirà il recupero del forte valore conviviale e relazionale di questa quotidianità. E’ un’occasione per avvicinarsi al cibo con curiosità, interesse e disponibilità al nuovo ma è anche un’opportunità per educare alla molteplicità di gusti, sapori, profumi e colori del cibo.
La sicurezza acquisita nell’esperienza sosterrà i bambini nei loro tentativi di autonomia, li spingerà a sperimentarsi in situazioni nuove e trovare originali modalità di approccio.
Il momento del pasto sarà sempre carico di valenze affettive e luogo privilegiato in cui si accentreranno sia sentimenti positivi che conflittuali. Bisogna ricordare che il mangiare o il non mangiare è un tramite per comunicare un messaggio importante, talvolta difficile da decifrare sia per chi lo invia e ancor di più per chi lo riceve.

Al Nido genitori ed educatori si confrontano quotidianamente su questo tema, consapevoli che “mangiare” o “non mangiare” è una possibile chiave di lettura per valutare il benessere di bambini e bambine.


Per visualizzare l'esperienza progettuale del mese di novembre della sezione Arancio cliccare qui . Per visualizzare l'esperienza progettuale del mese di novembre della sezione Verde cliccare qui.

Nota: la visualizzazione dei file in allegato potrebbe non essere di massima qualità. Per visualizzare correttamente il materiale documentativo consigliamo di scaricarlo

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Nido d'infanzia Primavera di Suzzara

La progettazione di sezione 

Il Nido Primavera di Suzzara da deciso di condividere su questo blog i progetti portati avanti dalle quattro sezioni nell'anno scolastico 2012/13. 
Le mani come strumento esplorativo e la polisensorialità sono i punti cardine delle esperienze proposte ai bambini. 
Potete trovare qui una restituzione documentativa delle esperienze e delle tematiche affrontate.



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lunedì 6 gennaio 2014

Un po' di noi... 
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Nido d'infanzia La Cicogna di Porto Mantovano

Condividere Progetti Educativi 


Ci sembrava importante dichiarare il nostro progetto educativo condiviso, essendo la nostra una realtà territoriale particolare che vede due nidi comunali sullo stesso territorio. (Per leggere il progetto educativo condiviso cliccare qui).

Lo scorso anno  abbiamo lavorato molto sul progetto Lettura, coinvolgendo  in una sinergia educativa che ha caratterizzato tutto il nostro lavoro, i bambini e le  famiglie di entrambi i nidi, il personale del nido la Tartaruga, la biblioteca comunale e la comunità tutta di Porto Mantovano con occasioni ed eventi aperti a tutti. 

Siamo partite dai Propositi Progettuali di inizio anno (per leggere i propositi progettuali cliccare quie dagli Intenti progettuali successivi (per leggere i vari sviluppi degli intenti progettuali cliccare qui-allegato 1; qui -allegato 2qui-allegato 3qui-allegato 4) con i bambini e le famiglie del nostro nido. 

Contemporaneamente (nel mese di Dicembre), attraverso il progetto "Leggere per crescere al Nido" (qui)abbiamo iniziato a lavorare in collaborazione con il nido La Tartaruga, la biblioteca e la comunità grazie al progetto preparato da Asep s.p.a.  (per leggere la scheda del progetto cliccare qui).










Buona Lettura!


Le educatrici del Nido La Cicogna 

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Nido d'infanzia Charlie Chaplin di Poggio Rusco

Riti antichi che si ripetono tra i bambini del nido

Vorremmo condividere qualche attività che abbiamo svolto nei primi mesi dell'anno legate al tema della stagionalità.

Percorso dell'uva:
  • vendemmia fatta con tanto di  genitori e nonni al seguito, (e di cui ti invio anche un articolo scritto per il periodico locale). Per leggere il racconto della giornata cliccare qui
  •  manipolazione degli acini, 
  •  osservazione dell'uva sopra la lavagna luminosa, 
  •  timbratura con i tappi di sughero e le tempere gialla e viola,
  • preparazione con i bambini del sugolo (il classico budino d'uva mantovano), dato poi a casa da fare assaggiare ai genitori (sez.grandi ) e della torta con l'uva (sez. medio-piccoli). Il foglio colorato a tempera è stato poi usato come base della pannelatura delle foto relative all'attività.
Abbiamo poi seguito il percorso del mais:
  • sgranatura delle pannocchie,
  • osservazione del granoturco sulla lavagna luminosa,
  • preparazione del pop-corn con la macchinetta elettrica (pop-corn dato a casa)
  • manipolazione della farina gialla,
  • preparazione della polenta (data a casa).
Conoscenza dei cachi:
  • manipolazione ed esplorazione sensoriale.
Altro percorso è stato quello della zucca:
  • manipolazione della zucca cruda tagliata a pezzetti,
  • manipolazione della zucca cotta,
  • preparazione della torta di zucca (data a casa).
Infine, per concludere il tema dell'autunno, abbiamo lavorato con le foglie:
  • raccolta delle foglie secche in giardino,
  • lavagna luminosa,
  • tappeto di foglie in un'area circoscritta della sezione, su cui poter camminare e rotolarsi.
Le esperienze relative all'autunno sono state poi raccolte su un maxi pannello, colorato a tempera dai bambini di giallo, verde, marrone, arancione, e sul quale i bambini hanno incollato con la colla vinilica foglie secche, semi di zucca (seccati in forno), piccioli dei cachi (seccati in forno), chicchi di mais, farina gialla.


Le educatrici del Nido Charlie Chaplin di Poggio Rusco



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Nido d'infanzia Girotondo di Gonzaga  

Quotidianità ricca

Col termine “quotidianità ricca” vogliamo sostenere una nostra  idea di nido quale luogo denso di possibilità educative e di crescita.
Un sistema organizzativo complesso  fatto di momenti di osservazione, ascolto, documentazione, che pone sempre al centro il benessere del bambino/a.
Attraverso le quotidianità vogliamo fare emergere  momenti,situazioni, dialoghi di cui il bambino/a è protagonista attivo.
L’intento è quello di documentare con attenzione e chiarezza  le autonomie, le attività, le straordinarietà, gli eventi speciali, le relazioni, le verbalizzazioni, dei bambini/e ponendo attenzione all’importanza del gruppo ma anche del singolo, con equità e trasparenza; renderlo visibile e fruibile alle famiglie per garantire le basi di una continuità educativa trasversale tra il sistema scuola e la prima agenzia educativa per eccellenza,la famiglia.

Per vedere la documentazione sull’esperienza progettuale del cucù e su quella legata alle sonorità cliccare qui .

Per vedere la documentazione sul momento dell'assemblea del mattino cliccare qui .


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venerdì 3 gennaio 2014

Un po' di noi... 
I nidi raccontano idee e percorsi progettuali

Nido d'infanzia Il Germoglio di S. Benedetto Po  

L'esperienza del Forum Etica Infanzia
Nel nostro nido ormai da diversi anni si costituisce il gruppo forum, composto da alcuni genitori e da un’educatrice con lo scopo di approfondire una tematica riguardante l’infanzia e l’educazione dei figli.
Il forum etica infanzia è nato dal coordinamento pedagogico “Terre dei gonzaga” con lo scopo di dare ai genitori l’opportunità di dedicarsi del tempo e diventare loro stessi esperti di un determinato argomento, confrontandosi sulle proprie esperienze e scambiandosi consigli sull’educazione dei figli.
Quest’anno l’input iniziale è stato dato dalla serata tematica “Crescere da maschi, crescere da femmine: tra differenze, stereotipi, opportunità” tenuta presso il nido dalla dott.ssa Giulia Aldrovandi, psicologa.
Dopo questa serata, alcune mamme si sono incontrate per approfondire la tematica, esprimendo opinioni personali, ricercando articoli e materiali vari sull’argomento, tra cui immagini, canzoni...
Sono stati coinvolti anche alcuni papà, attraverso la compilazione di un questionario “provocatorio” in cui si chiedeva loro di indicare in base alle loro idee e al loro vissuto, giochi, colori e comportamenti tipicamente solo femminili e solo maschili ed eventualmente anche quelli che consideravano neutri.
Dalle risposte raccolte è emerso che anche chi sembra più aperto rispetto a certi argomenti, ha risposto nel modo più scontato… il rosa per le femmine, le macchinine per i maschi….
Tutte le riflessioni fatte, sono state sintetizzate in una relazione che è stata arricchita da una presentazione in powerpoint e restituita agli altri genitori nella giornata della documentazione  a fine anno, raccogliendo l’approvazione dei presenti e provocando un interessante dibattito tra mamme e papà.


Storiella
(tratta da “6cuorieunacasetta” e usato come introduzione alla relazione”)

Automobiline erranti  finiscono sotto i piedi quando la notte, al buio, cerco di raggiungere il bagno.
Omini lego nascosti sotto il pianoforte ostruiscono l'aspirapolvere quando mi arrischio ad usarlo.
Dinosauri in miniatura e serpenti di plastica occhieggiano da ogni dove quando all'alba mi godo il mio solitario caffè.
Svariati batman, uomini ragno e superuomini invadono la mia borsa.
Passo al contrattacco.
Regalo loro mini cucine e pentoline. Le usano per preparare puzzolenti pozioni e nauseabondi intrugli.
Provo con paffute bambole munite di biberon. Legate come salami, diventano ostaggio di temibili capi indiani. Una volta liberate dopo innumerevoli e terribili battaglie, finiscono relegate in un angolo del giardino e lì, vengono dimenticate.
Ma io mi impegno a fondo, e qualche risultato lo ottengo.
Elia apparecchia la tavola (a suo modo, un po' naïf, ma conta l'intenzione).
Orlando carica la lavastoviglie.
Leonardo porta la raccolta differenziata ai cassonetti.
Giacomo mi aiuta a stendere il bucato.
Al centro commerciale provo gli smalti. Quello nero con i brillantini, quello viola, quello verde...
- Mamma, anche io!
- Anche tu cosa, Elia?
- Quello blu!
Così gli dipingo l'unghia del pollice di blu.
Ma è troppo poco.
- Tutti i diti, mamma!
Ma sì, tutte le dita è più bello!
Stamattina. Un attimo prima di uscire passo in rassegna i figli. Raddrizzo un colletto, abbottono un bottone, aggiusto i capelli... Leonardo si è raccolto il ciuffo con una mia grossa molletta fucsia.
- Leonardo, no, non puoi andare a scuola conciato così!
- Non sto bene?
- Ecco... è meglio che tu la tolga.
- Ma perché? La metti sempre anche tu!
- Perché... perché...
Il tempo stringe.

- Perché... perché quella molletta è da femmina e tu sei un maschio!


Relazione 

Che genere di cultura genera la cultura di genere?


Le figure di identificazione che offriamo a bambini e bambine fin dalla più tenera età sono uno strumento fondamentale per la costruzione della loro personalità e creano in loro un ventaglio di possibilità in cui crescere e svilupparsi. Succede però che anche i genitori più evoluti, accaniti sostenitori della parità dei sessi, lanciano senza accorgersene, messaggi più “tradizionali”.
Nella scelta dei giocattoli, dei libri, dei film e dei cartoni animati si tende a spingere i bambini ad assumere un ruolo “maschile” o “femminile” nel senso più tradizionale del termine. Le possibilità offerte alle bambine sono molto limitate, rispetto a quelle offerte ai bambini.
Pensate ai vostri bambini e ai loro costumi e giochi preferiti, pensate cosa stanno giocando a fare, quale ruolo interpretano, e poi pensate alla presenza di uomini e donne in determinate professioni o posizioni di maggiore o minore rilievo all’interno della società: il collegamento è lampante.
Questo è il mondo delle nuove bambine…
Ø      Le eroine dei fumetti le invitano a essere belle.
Ø      Nei libri, le mamme continuano ad accudire la casa per padri e fratelli.
Ø      La pubblicità le dipinge come piccole cuoche.
Ø      La moda le vuole in minigonna e tacchi.
Ø      Le loro bambole sono sexy e rispecchiano (o inducono) i loro sogni: diventare ballerine, estetiste, infermiere, madri.
Ma anche i maschi non hanno vita facile…
-  Si tende a non incoraggiare in loro la sensibilità, la delicatezza, la tenerezza, mentre 
    si sostengono la forza, la grinta, l’intraprendenza.
      -  Ai genitori non preoccupa tanto che le figlie femmine facciano anche “cose da    
          maschi”, ma che un figlio scelga spontaneamente di dedicarsi a giochi e attività
          “femminili” viene considerato allarmante e si evita di incentivare queste
           occupazioni.
“Rivoluzione educativa”:
     Avere consapevolezza dei condizionamenti culturali
    Accogliere i singoli individui e le loro peculiarità sostenendoli nella capacità di ascolto di sé e degli altri
     Sostenere il desiderio di partecipare ad attività tipiche del proprio sesso ma anche del sesso opposto
     Mettere in discussione le generalizzazioni “tipico femminile/maschile”
     Offrire possibilità di sviluppo e comportamento indipendenti dagli stereotipi di genere
È innegabile che le bambine preferiscano giocare con le bambole e i maschi con le macchinine.
Ci sono però bambine più combattive di tanti maschi e maschi più sensibili e delicati di tante bambine.
Si tratta per loro di un modo per dar voce a tutte le emozioni presenti in ognuno di noi, sia quelle positive sia quelle negative, come la dolcezza, l’aggressività o l’impulsività, indipendentemente dal nostro sesso.


I bambini e le bambine di oggi saranno gli uomini e le donne di domani, nella carriera, nella vita familiare, nella sfera affettiva: non dimentichiamolo quando educhiamo i nostri figli!




Le educatrici del nido Il Germoglio



Un po' di noi...
I nidi raccontano idee e percorsi progettuali

Si tratta di una nuova sezione del blog che vedrà la condivisione di informazioni legate ai progetti educativi o iniziative messe in atto dai nidi del coordinamento pedagogico.
Una occasione per raccontare un po' di sè e delle opportunità educative offerte ai bambini e alle loro famiglie. 




Formazione 2013/2014 

Formazione sulle differenze di genere


Nel mese di dicembre 2013 è iniziata con una duplice visita al centro Malaguzzi di Reggio Emilia la formazione per il coordinamento delle Terre dei Gonzaga dove le circa cinquanta educatrici hanno potuto visitare sia il centro documentazione che gli spazi espositivi allestiti con installazioni e mostre . 
Il percorso formativo che vede coinvolti i collettivi dei nidi di Suzzara, Gonzaga, Quistello, Pegognaga, San Benedetto, Porto Mantovano, Ostiglia e Poggio Rusco continua con un approfondimento di 5 incontri sulle differenze di genere insieme alla dottoressa Giulia Selmi dell’Università di Trento.


      



Formazione 2012/2013 

"Ascoltare le differenze" e le Terre dei Gonzaga


Si è concluso il percorso di formazione per i nove nidi del coordinamento Terre dei Gonzaga. La formazione ha coinvolto i seguenti nidi: Nido “Girotondo” di Gonzaga, Nido “Ambarabà” di Pegognaga, Nido “Primavera” di Suzzara, Nido “Arcobaleno” di Quistello, Nido “Il Germoglio” di San Benedetto, Nido “C. Chaplin” di Poggio Rusco, Nido “L’albero delle farfalle” di Ostiglia, Nido “La Tartaruga” e Nido “La Cicogna” di Porto Mantovano per un totale di circa 35 educatrici.
L’incontro dal titolo “Ascoltare le differenze”, condotto dalla dott.ssa Giulia Aldrovandi e curato dalla pedagogista Alessandra Ferrari, in data giovedì 23 maggio, ha concluso il percorso formativo caratterizzato da serate tematiche insieme ai genitori e dall’incontro sul tema della luce  come linguaggio insieme all’atelierista Simome Armini. Grande l’entusiasmo e la soddisfazione per questo percorso condiviso con successo.





Formazione 2012/2013 

"Luce come linguaggio" incontra le Terre dei Gonzaga


Lunedì 18 marzo 2013, presso il nido d’infanzia di Quistello (MN), è iniziato il percorso di formazione per i nove nidi del coordinamento Terre dei Gonzaga intorno al tema della luce  come linguaggio condotto dall’atelierista Simome Armini. I nidi coinvolti sono: Nido “Girotondo” di Gonzaga, Nido “Ambarabà” di Pegognaga, Nido “Primavera” di Suzzara, Nido “Arcobaleno” di Quistello, Nido “Il Germoglio” di San Benedetto, Nido “C. Chaplin” di Poggio Rusco, Nido “L’albero delle farfalle” di Ostiglia, Nido “La Tartaruga” e Nido “La Cicogna” di Porto Mantovano per un totale di circa 35 educatrici. Inoltre il nostro coordinamento pedagogico offre una formazione a cura della dott.ssa Giulia Aldrovandi dal titolo”Ascoltare le differenze” e alcune serate tematiche insieme ai genitori. Cura la supervisione del progetto formativo la pedagogista Alessandra Ferrari.