mercoledì 10 febbraio 2010

Tematica del Forum Etica Infanzia 2010

Stanno iniziando nei vari nidi gli incontri tra i genitori per il Forum Etica Infanzia di quest'anno.

La tematica comune proposta sarà legata al tema del benessere di adulti e bambini.

Riporto qui sotto l'articolo introduttivo alla tematica, messo a disposizione di tutti i gruppi forum.

Ricordo che le riflessioni di ogni gruppo verranno condivise nell'incontro finale che si terrà verso la fine di maggio e che vedrà i rappresentanti dei genitori dei vari nidi raccontare le esperienze di confronto e riflessione intorno al tema proposto.

Buon lavoro e buona riflessione a tutti.


Coordinamento Pedagogico Terre dei Gonzaga

Forum Etica Infanzia 2010 – articolo introduttivo della tematica:

Il benessere di adulti e bambini nel mondo di oggi:

valori, significati e nuove prospettive

Benessere

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il benessere (da ben essere = "stare bene" o "esistere bene") è uno stato che coinvolge tutti gli aspetti dell'essere umano.

L'accezione antica che faceva coincidere il benessere con la salute (per lo più fisica) riconducibile approssimativamente ad una condizione di assenza di patologie, ha assunto, nel tempo un'accezione più ampia, arrivando a coinvolgere tutti gli aspetti dell'essere (fisico, emotivo, mentale, sociale e spirituale). Il concetto di una necessaria implicazione nel benessere globale non solo di aspetti psico-fisici, bensì anche di aspetti mentali, sociali e spirituali, oltre che trovare una radice nel pensiero filosofico sia orientale, sia occidentale, trova recenti conferme anche in campo medico - scientifico.

Anche nel rapporto della Commissione Salute dell'Osservatorio europeo su sistemi e politiche per la salute [1] (a cui partecipa il distaccamento europeo dell'OMS) è stata proposta definizione di benessere come "lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società". Come si legge nel Rapporto, tutti e cinque gli aspetti sono importanti, ma ancora più importante è che questi siano tra loro equilibrati per consentire agli individui di migliorare il loro benessere.

Il concetto di benessere è una nozione in costante evoluzione: seguendo la piramide di Maslow, col passare del tempo la realizzazione dei bisogni fondamentali e di alcuni desideri considerati un tempo difficilmente raggiungibili porta alla nascita di altri bisogni e desideri.

Ragionare in termini di benessere è molto attuale.

In quest’epoca l’attenzione generale per le tematiche legate al benessere di corpo e mente ha portato i mass media a subissarci di discorsi legati a “ciò che fa bene” e a “luoghi” dello star bene.

Forse, a volte però, perdiamo di vista che per star bene bastano poche cose, talmente banali e date per scontate che raramente le abbiamo presenti: il tempo, la voglia, la testa e il cuore per volerci bene.

I nidi e le scuole dell’infanzia, proprio per il loro carattere sociale e aggregativo e per il grande ruolo educativo che ricoprono, corrispondono ad un luogo privilegiato in cui concedersi “il lusso” di ragionare sul benessere di adulti e bambini. Proprio perché di adulti e bambini sono fatte le risorse umane di questi luoghi.

Siamo sempre di corsa e quando ci fermiamo siamo troppo stanchi per pensare “a star bene” e a “far star bene”. Spesso ci limitiamo a un pomeriggio di riposo sul divano o a qualche dolce suppletivo. Volersi bene significa capire chi siamo e sapere che cosa ci fa star bene, soprattutto nel rapporto con l’altro. Se c’è benessere individuale il benessere collettivo è molto più facile da ottenere.

Diventare genitori significa raddoppiare le proprie emozioni, le proprie energie, le proprie esigenze, il proprio benessere. Quando nostro figlio sta bene ed è felice anche noi lo siamo e viceversa.

Quindi ragionare sul benessere di adulti e bambini significa ragionare su delle dimensioni estremamente intrecciate, in particolare pensando ai contesti familiari ed educativi.

Anche al nido se il benessere è presente a livello degli adulti, esso si trasmette inevitabilmente anche ai bambini.

Questo processo però è di difficile visibilità. Se ci pensiamo bene è molto più facile cogliere il malessere e la sua influenza sul contesto.

Quando c’è un “clima pesante” tutti lo percepiscono; le giornate storte e i periodi di crisi hanno molto più peso nel nostro processo di consapevolezza.

I giorni in cui “stiamo bene” sono giorni che spesso non valorizziamo come dovremmo.

Occorre per tanto una bella dose di volontà e consapevolezza per “lavorare sul nostro benessere”, cercando di partire, in primo luogo, da un atteggiamento positivo nei confronti della quotidianità.

E’ riconosciuto ormai a più livelli l’influenza positiva della risata sia psicologica che fisica.

Essere genitori (e adulti) non è affatto semplice. Ciò che noi facciamo viene preso da esempio dai nostri bambini e il peso delle responsabilità (educative e di cura) è spesso molto grande.

Questo legame che ci lega è nutrito fortemente dai sentimenti che proviamo. I sentimenti e le emozioni che proviamo come adulti sono importanti tanto quanto quelle dei bambini, e ad esse estremamente correlate.

Pensiamo solo a quanto i nostri figli, con la manifestazione dei loro sentimenti e delle loro emozioni, ci permettono di riflettere su noi stessi e con che intensità ci comunicano quando qualcosa non va, quando c’è qualche incongruenza tra il nostro “dire” e il nostro “fare”.

Benessere ed emozioni sono due dimensioni complementari. Il benessere è fatto di emozioni e le emozioni che proviamo ci portano – o meno – benessere.

Siamo noi che costruiamo il nostro benessere, e lo facciamo meglio quando riusciamo a prendere consapevolezza di due aspetti temporali: il tempo presente e il tempo lento.

Noi viviamo nel presente: esso è la sola dimensione in cui possiamo agire nell’immediato e che contribuisce a costruire le basi per un futuro.

Il passato ci può insegnare qualcosa ma è nel presente che noi possiamo e dobbiamo investire per il nostro benessere (attuale e futuro).

Un buon modo per investire sul tempo presente è quello di viverlo il più possibile, senza correre, senza lasciarselo sfuggire.

Per questo il tempo lento è altrettanto importante per il benessere. Anzi, per il “Bene – Stare”.

Lo “Stare” indica una pausa: il soffermarsi sulle situazioni che viviamo e, ancor di più, sulle emozioni che proviamo, ci permette di viverle in piena consapevolezza e di tradurle in benessere utile per rendere positivo il nostro vissuto quotidiano.

Spesso dagli incontri con e tra genitori è emersa l’assenza di tempo: non c’è più tempo per far nulla.

Io credo che il tempo “giusto” si possa ritagliare anche nelle dimensioni quotidiane. Un’ora passata coi nostri figli vissuta in modo “lento” e con consapevolezza regala a tutti (adulti e bambini) molte più risorse di benessere che una giornata passata insieme in modo superficiale e frammentario.

Dobbiamo ricordare che il rapporto con i nostri figli si costruisce ogni giorno, e ogni giorno è nuovo.

La famiglia è una dimensione sacra e “perdere tempo” in famiglia (togliendolo alle faccende o alla televisione) equivale a regalarsi un benessere comune, sentito e condiviso.

Per questo se una delle tante definizioni di benessere è:

"lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società".

cerchiamo di mantenere alto il nostro “potenziale” fermandoci a riflettere su noi stessi e ad ascoltare gli altri – grandi e piccoli - valorizzandoli.

Buona riflessione.

Ilaria Zannoni

Coordinamento Pedagogico Terre dei Gonzaga