martedì 2 ottobre 2007

La crociata dei bambini

di Enzo Baldoni

Qui, sul confine, tra Birmania e Thailandia, si gioca una partita che ha sempre interessato pochi, in Occidente. Quasi nessuno, anzi, dopo la fine della Guerra fredda. Da una parte uno dei tanti piccoli popoli che le suddivisioni coloniali hanno lasciato senza una patria. Dall'altra una giunta militare, quella birmana, chiusa, oppressiva, corrotta. Decisa a spazzar via l'identità dei Karen, così si chiamano le vittime. Con le uccisioni, i rastrellamenti, le torture, gli stupri. La pulizia etnica. Tra le montagne, nella giungla, è difficile che qualcuno si intrometta. È facile coprire tutto con il silenzio delle vittime.

Ed è per rompere questo silenzio che la frangia più disperata della guerriglia ha passato il confine e ha colpito in Thailandia. Azioni eclatanti, suicide. Prima l'assalto all'ambasciata della Birmania a Bangkok. Poi quello all'ospedale di Ratchabury, finito con l'uccisione, a sangue freddo, dei guerriglieri-bambini. Bambini sono anche i loro comandanti, Luther e Johnny. La foto dei gemelli dodicenni, con il sigaro birmano tra le labbra, ha fatto il giro del mondo. È valsa loro l'attenzione di giornali e tivù. Ma anche la caccia feroce da parte dei soldati birmani, che erano quasi riusciti a sopire del tutto la resistenza dei Karen, e ora si ritrovano sotto i riflettori.

Sono qui intorno, Luther e Johnny, i gemelli terribili. Si stanno inerpicando da qualche parte tra queste montagne puntute e coperte da una giungla impenetrabile. Sono in fuga, con sei battaglioni alle calcagna. Ma le domande che mi vengono in mente sono quelle di chi pensa a un bambino: che cosa mangeranno? Che acqua putrida saranno costretti a bere? Saranno feriti? Avranno paura o saranno ancora convinti della magia che dicono li renda immortali?

Chissà che cosa pensano, invece, i soldati birmani che in questo stesso momento danno loro la caccia, imbracciando i pesanti G3 di fabbricazione tedesca.Si dice che hanno una paura folle dei due gemelli, della magia che gli permette, con una parola, di scatenare un esercito di 5.000 diavoli. Forse gli hanno già trovato un posticino nella complicata panoplia di spiritelli e nats che popola lo straordinario immaginario collettivo dei birmani.

Sulla strada polverosa, tra queste montagne impassibili, ogni tanto passa una coppia di soldati thai in motocicletta, armati fino ai denti, e penso che, appena al di là di quella collina, c'è l'accampamento di Kamerplaw, dove si è appena consumata una delle tante carneficine con cui l'esercito birmano, il temibile Tatmadaw, sta cercando di spezzare la resistenza dei Karen. È una lotta che dura da cinquant'anni. La lotta di questo popolo (sette milioni in Birmania, altrettanti in Thailandia) per la propria esistenza e per un'indipendenza promessa e tradita.

Sono giornate tese: la frontiera è sigillata. Ma i numerosi profughi birmani sono in contatto con l'altra parte, e i messaggi arrivano a mano, via radio o col cellulare. Chi me le dà è un giovane, rappresentante della KNA (Karen National Army) e degli studenti birmani in esilio che riesco a incontrare dopo una lunga catena di appuntamenti e di rimandi in un campo profughi della frontiera birmano-thailandese: chiamiamolo Khim.

Khim è giovane, intelligente e ha un'aria molto fragile, nei suoi pantaloni neri e camiciola bianca. Somiglia a un personaggio di Garry Trudeau, Nguyen Van Phred, il vietcong che amava la musica americana. Tanto per cominciare, mi dice Khim, il famoso assalto all'ospedale di Ratchabury non è stata una mossa premeditata, ma un atto di disperazione. I thailandesi erano furibondi per aver perso la faccia di fronte ai birmani durante l'occupazione dell'ambasciata della Birmania a Bangkok, nello scorso ottobre, e volevano prendere a tutti i costi i cinque guerriglieri del Vigorous Student Warriors che l'avevano portata a termine.

I cinque si erano rifugiati nel campo dei gemelli, Kamerplaw, giusto dietro la collina che sto guardando in questo momento. Un gruppo di uomini d'affari thai, interessati ai diritti di pesca nelle isole Andamane, ha voluto fare un grazioso regalo ai militari birmani: ha messo una taglia di cinque milioni di baht (250 milioni di lire, una fortuna qui) per chi li prendeva, vivi o morti.

I comandanti locali thai e birmani si sono messi d'accordo e hanno cominciato a cannoneggiare da ambo le parti del confine le povere capanne di bambù, col risultato di uccidere 20 persone (su un totale di 700), quasi tutte donne e bambini, e di ferirne un numero imprecisato. Così, presi dalla disperazione, dieci ragazzi poco più che adolescenti sono usciti dalla giungla, hanno sconfinato in Thailandia, hanno dirottato un autobus e occupato con le armi la cosa più cretina che potevano occupare: l'ospedale di Ratchabury. Un palazzone con venti ingressi in cui anch'io, così evidentemente farang, bianco - sono entrato tranquillamente, senza che nessuno mi chiedesse spiegazioni.

Figuriamoci. Per la temibile 9a Divisione dell'esercito thai travestirsi da malati e infermieri e fare un blitz alle cinque del mattino è stato un giochetto. I ragazzi si sono arresi. Ci sono testimonianze e fotografie che dimostrano che sono stati giustiziati sul posto, in mutande e con le mani legate col filo elettrico: un colpo alla nuca e via. Se guardate bene le foto, i lenzuoli bianchi che avvolgono i corpi da adolescenti malnutriti sono sporchi di sangue solo alla testa.

L'armata dei Bambini di Dio (God's Children Army, nella corretta traduzione dalla lingua karen) è scappata nella giungla, coi propri capi di 12 anni, i gemelli Luther e Johnny Htoo. Sei reggimenti birmani, per un totale di circa 1.600 uomini, gli stanno dando, cocuzzolo per cocuzzolo, albero per albero, una caccia feroce, disperata, mortale. Mentre il 375°, il 380° e il 539° hanno occupato il campo di Kamerplaw, altri tre battaglioni hanno circondato l'area.Nel frattempo, di concerto, i soldati thailandesi hanno sigillato la frontiera e lasciano passare solo donne e bambini. Lo scopo è chiaro: annientare l'Armata dei Bambini di Dio e dare un segnale preciso: chi tocca la Thailandia muore.

Naturalmente, riuscire a portare le teste dei cinque attaccanti dell'ambasciata, per i due comandanti vorrebbe dire 5 milioni di baht da spartire: certo non è per interesse, è per il bene della Patria. A complicare il tutto, tra pochi giorni a Bangkok c'è anche la riunione dell'Unctad, l'organizzazione dell'ONU per il Commercio e lo Sviluppo: sono stati minacciati attentati da parte di varie organizzazioni filoislamiche e non, ed è chiaro che i militari thai hanno i nervi a fior di pelle. Proprio in questi giorni stanno dando un giro di vite, e le carceri straripano di profughi birmani sorpresi in territorio thailandese senza permesso di soggiorno.

Piccoli soprusi, a confronto di quelli perpetrati in Birmania. Dove si pratica, per esempio, lo human demining. Che cos'è? Semplice. I Karen, per proteggere il loro territorio, minano certe fasce di terreno. I soldati della giunta militare prendono le donne e i vecchi, e, coi fucili spianati, li fanno camminare sui campi. Ogni mina che scoppia, due piccioni con una fava. I bambini li risparmiano. Perché è facile insegnare a un bambino a odiare. Li portano in campi speciali dove li indottrinano, li trasformano in perfetti piccoli soldati di dieci, dodici anni che poi tornano ad ammazzare e a torturare la propria gente.

Neanche in questi giorni i soldati birmani si fanno troppi problemi. Il 2 febbraio hanno catturato nella giungla 21 donne e 17 bambini. Cinque delle donne erano incinte. Il generale di divisione ha ordinato ai comandanti sul campo di uccidere un paio di prigionieri di fronte a tutti, per dare l'esempio. Sono state scelte due delle donne incinte.

Nella capanna di bambù di Khim, nascosta nella giungla, ascoltiamo una vecchia ricetrasmittente Standard S-800, di fabbricazione giapponese: i combattenti del KNA sono riusciti a intercettare le frequenze dell'esercito birmano, e li ascoltano con attenzione. "Senti?", Mi dice Khim, "hanno detto che i soldati sono stanchi, che i prigionieri stanno male, vomitano, e loro non se la sentono di continuare a trasportarli per la giungla. Chiedono istruzioni. E indovina quali saranno?" Scende un silenzio cupo, mentre ascoltiamo l'incomprensibile cinguettare birmano che porta messaggi di morte.

Nessun commento: