giovedì 12 marzo 2015

Le educatrici del nido d’infanzia Il Germoglio di S. Benedetto Po hanno riassunto alcuni concetti emersi durante la serata per le famiglie dal titolo: IO SONO IO. TU SEI TU. E NOI? svoltasi lo scorso 3 marzo 2015 presso il loro nido.
Ringraziandole, riportiamo qui sotto il loro contributo e invitiamo educatrici o genitori che vogliano inviare altro materiale a farlo all'indirizzo terredeigonzaga@gmail.com 

Lettura introduttiva: PICCOLO UOVO, NESSUNO E’ PERFETTO
di Francesca Pardi ed. Lo Stampatello

Il punto di partenza della serata è la differenza come valore. Che tipo di incontri facciamo con la differenza? Quali difficoltà incontriamo? Quali strategie mettiamo in atto? Quali risorse ci mancano?
IOà quello che penso, che valore ho come persona…
TUà il mio rapporto con te
NOIà come famiglia, come famiglia in rapporto alla società, il rapporto con gli amici…
Ci sono tanti livelli di relazione, di cultura, di sapere… che influiscono sulla lettura della differenza.
Dal punto di vista delle pari opportunità nella società il punto di vista femminile non è espresso, c’è omologazione col maschile. Bisognerebbe passare dall’omologazione alla differenza per valorizzare l’individualità di ciascuno.
Una mamma chiede alle educatrici qual è l’approccio che adottano con bambini diversamente abili? Alcune educatrici rispondono che l’approccio è uguale per tutti i bambini perché nella fascia d’età da nido la comunicazione si esprime attraverso più canali: il gioco, i gesti, il contatto, le coccole, la relazione per cui è possibile trovare la modalità più idonea per interagire con ciascun bambino.
Qual è l’atteggiamento dei bambini di fronte alla diversità? I bambini nell’età del nido sono estremamente aperti perché sono in una fase di conoscenza di tutto ciò che li circonda. Il bambino percepisce la differenza ma non si ferma solo a quella, riesce ad andare oltre. L’influenza dell’adulto può trasmettere pressioni ma anche aperture.
Le persone nella relazione con l’altro si costruiscono dei confini a più livelli: tra singoli e tra gruppi. Nella differenza d’appartenenza ad un nucleo gli individui costruiscono dei muri, delle rigidità, “l’estraneo fa paura e non lo voglio conoscere”. La società stessa dà dei messaggi, delle categorizzazioni che non facilitano la relazione con l’estraneo.  L’appartenenza ad un gruppo dà sicurezza. Lasciare ciò che è conosciuto  comporta uno sforzo emotivo e cognitivo; sarebbe auspicabile avere un approccio di apertura all’altro per conoscerlo nel rispetto di ciò che è.
Impatto dell’immagine nella conoscenza à è la prima etichetta che applichiamo, la prima lettura superficiale che condiziona il nostro approccio.
L’esperienza di una persona dà il livello con cui si approccia al nuovo: “posso affrontarlo, devo stare lontano, è troppo per me…”                             
Sarebbe importante mettersi ogni tanto in discussione come persona, come genitore, come educatore; mettersi in un’ottica di dialogo, di confronto e chiedersi se “ciò che ho detto, o il gesto fatto è il messaggio che volevo trasmettere (ad es. a mio figlio, o all’altro che ho di fronte)?”
Anche la differenza di genere può essere vista nel contesto più ampio della differenza in generale. Il problema non è la differenza di genere ma come si sta all’interno di essa. Bisognerebbe connotare la differenza per come una persona è, nel suo essere reale, non come uomo o donna. Ognuno dovrebbe essere valorizzato per sé stesso. Fare le cose uguali non vuol dire fare giustizia, bisogna fare ciò di cui le persone hanno bisogno.  



Le educatrici del Nido Il Germoglio

mercoledì 11 marzo 2015










L’incontro di presentazione si è svolto a Pegognaga presso il Centro Culturale L.B.Milani, vi hanno partecipato le educatrici dei nidi del coordinamento pedagogico “Terre dei Gonzaga”  con la pedagogista di riferimento Alessandra Ferrari, ed è stato introdotto dal saluto dell’assessore alla cultura Francesca Tellini.
La pubblicazione, - Early childhood care and development…- è il risultato di una collaborazione internazionale con l’organizzazione Save The Children Albania ed è stata presentata dall’autore,  dr. Cristian Fabbi, psicologo formatore e direttore generale dell’Azienda Speciale dei servizi Bassa Reggiana.
Dopo un breve excursus storico-politico sulle vicende della nazione, Fabbi ha presentato la situazione dell’attuale sistema educativo pre-scolastico, evidenziando difficoltà e carenze dei programmi statali in vigore, basati sul raggiungimento di obiettivi e relative verifiche, e l’esigenza di un loro rinnovamento per offrire reali opportunità educative a bambine/i ed adeguati strumenti di formazione professionale al personale docente.
Il progetto, che innesta e contestualizza nei vari ambiti del piano nazionale molti aspetti dell’approccio educativo di Malaguzzi, si propone di migliorare la qualità  dell’esistente agendo sulle dimensioni relazionali, cognitive, emozionali, percettive, estetiche ed etiche. Si comprende la difficoltà di fare accettare questo tipo di progetto al team di insegnanti, abituati a lavorare per obiettivi specifici e non con propositi progettuali, quindi l’intenzione non è quella di stravolgere un sistema di programmi scolastici radicato da anni ma di inserirvi, gradualmente, una diversa modalità di progettazione e dei contenuti educativi più flessibili ed attenti alla contemporaneità.
Il lavoro realizzato motiva e sostiene il diritto per l’infanzia ad avere nidi e scuole che promuovano pari opportunità di sviluppo della persona tramite un apprendimento costituito da esperienze significative capaci di valorizzare i molteplici interessi e le potenzialità di ogni bambino/a. L’elaborazione del progetto stesso si è basata sul dialogo, l’ascolto ed il rispetto della realtà educativa presente sul territorio albanese, in una prospettiva di condivisione e di compartecipazione.

Nido Ambarabà  5 Marzo 2015

sabato 7 marzo 2015

Le educatrici del nido d’infanzia Girotondo di Gonzaga hanno raccolto, per punti, i concetti emersi durante la serata per le famiglie dal titolo ROBA DA FEMMINE…GLI STEREOTIPI FEMMINILI svoltasi lo scorso 5 febbraio 2015 presso il loro nido.
Ringraziandole, riportiamo qui sotto il loro contributo e invitiamo educatrici o genitori che vogliano inviare altro materiale a farlo all'indirizzo terredeigonzaga@gmail.com 

Ogni nuovo spunto di riflessione è bene accolto.

  • La società, attraverso anche la pubblicità, condiziona e incide sulle scelte della famiglia e di conseguenza del bambino/a.

  • Al nido i bambini/e giocano più liberamente con cose da femmina e da maschio e anche noi come adulti siamo più tolleranti; alla scuola  dell’infanzia i bambini sono invece molto più categorici.

  • Dovrebbe passare il concetto che è straordinariamente bello non essere stereotipato

  •       Lasciare ai maschi e alle femmine le stesse opportunità, al genitore aiuta avere un figlio maschio e una figlia femmina. 


  • dobbiamo educare i bambini ad essere  liberi di scegliere, incoraggiarli ad essere sempre sè stessi,valorizzarli come persone.

  • educare nella diversità è difficile per i genitori perché devono affrontare  la società, il giudizio degli altri.

  • attraverso  la lettura di libri per l’infanzia si può produrre cambiamento e proporre immagini alternative.

  • si “teme” maggiormente che il maschio indossi qualcosa di rosa piuttosto   che la femmina indossi qualcosa da maschio.

  • da quando mia figlia va alla scuola materna ragiona di più da maschio e  da femmina

  • più la realtà dell’omosessualità ci viene incontro più le famiglie si chiudono

  • ci sono emozioni che non vengono riconosciute al maschio ma ci sono; abbiamo paura che il bambino prenda strade diverse e che incentivando certi atteggiamenti sia più facile per lui avvicinarsi all'omosessualità

  • la società è cattiva, fa paura

  • è importante fornire al bambino gli strumenti per affrontare le difficoltà, le diversità

  • la diversità è vista dalla società di oggi come un qualcosa che sporca, che contamina, è molto faticoso essere “diversi” oggi .

  • come non farci influenzare da un mercato che propone solo oggetti di genere?

  • “nella mia cultura gli uomini sono i padroni, i supereroi, si comportano come se la donna fosse schiava…sono preoccupata che mio marito possa trasmettere a mio figlio maschio un modello di uomo dominatore”
                                                                                

le educatrici del nido Girotondo (Sara, Roberta, Marisa)
Con la serata svolta lo scorso 3 marzo 2015 presso il nido d’infanzia Il Germoglio di S. Benedetto Po si è concluso un ciclo di incontri rivolti alle famiglie sul tema delle differenze di genere.


Ognuna delle serate si è aperta con la lettura di un libro per l’infanzia da parte di mamme, nonne ed educatrici volontarie.
Il taglio che il coordinamento pedagogico ha voluto dare agli incontri di quest’anno è stato quello di un confronto dialogato a partire da una situazione estremamente quotidiana e diffusa ma, al contempo, così ricca di stimoli quale può essere la lettura di una storia assieme a bambini e bambine.
Da lì un’analisi su tutte quelle situazioni nelle quali, come genitori e come educatori, ci imbattiamo in schematismi “di genere” spesso culturalmente e socialmente legati a stereotipi femminili, maschili e, in senso più allargato, all’approccio alle differenze.
I testi scelti dai nidi che accoglievano le diverse serate sono stati i seguenti:

Prima serata: ROBA DA FEMMINE…GLI STEREOTIPI FEMMINILI
Testo letto da Laura (educatrice):

Mi piace Spiderman... e allora?


Autore Vezzoli Giorgia; Di Lauro Massimiliano - Editore Settenove  
Descrizione

Cloe ha sei anni, racconta storie che la sua mamma trascrive al computer e ha una passione: la sua cartella nuova di Spiderman che lei ha scelto per cominciare la prima elementare. Intorno a Cloe tutti - ad eccezione dei suoi genitori - giudicano questo acquisto con un'unica frase: "Ma è da maschi!". Cloe vorrebbe giocare a calcio con i suoi compagni, adora le magliette dei supereroi e ha un pungiball coi guantoni per sfogarsi "come Rocky" quando è arrabbiata. Intorno a lei, il mondo della scuola, dei giocattoli e persino degli inviti è rigidamente diviso tra maschi e femmine. Cloe gioca con Johanna che "coi maschi non ci gioca mai perché il suo papà non vuole". Vorrebbe essere libera di chiedere alla parrucchiera di pettinarla con una bella cresta come i suoi compagni maschi "perché i maschi possono fare tutto". Il libro affronta varie tematiche legate agli stereotipi, alla graduale consapevolezza della propria identità di genere ma anche al confronto tra i bambini e una realtà sempre più multiculturale.


Seconda serata: ROBA DA MASCHI…GLI STEREOTIPI MASCHILI
Testo letto da Cinzia (mamma):

Ettore. L'uomo straordinariamente forte

Autore  Le Huche Magali – Editore  Settenove  
Descrizione
Ettore, l'uomo straordinariamente forte, lavora in un circo ed è capace di cose incredibili, il pubblico lo adora. Ma una volta finito il suo numero, Ettore diventa un uomo solitario, pacifico, persino schivo. Ha parcheggiato la sua roulotte in un luogo appartato, lontano da occhi indiscreti perché vuol custodire il suo segreto... una passione sfrenata per l'uncinetto e il lavoro a maglia! La popolarità però suscita invidia, e un brutto giorno lo scherzo di due domatori invidiosi svela a tutti le sue creazioni. Ma svela anche il suo grande talento... Un uomo straordinariamente forte, innamorato di una ballerina straordinariamente brava, in un circo straordinariamente dolce.

Terza  serata: IN CERCA DI IDENTITA’
Testo letto da Angela (mamma):

Piccolo uovo. Maschio o femmina?

Autore  Pardi Francesca; Altan Tullio F. - Editore Lo Stampatello  
Descrizione
In questo libro Piccolo uovo si chiede se nascerà maschio o femmina...in tutti i casi, sa già quello che desidera fare, ed è bene ricordare che al mondo non ci sono attività precluse ai maschi o alle femmine.




Quarta  serata: IO SONO IO. TU SEI TU. E NOI?
Testo letto da Sonia (nonna):

PICCOLO UOVO - Nessuno è perfetto

Autore  Pardi Francesca; Altan Tullio F. - Editore Lo Stampatello  
Descrizione
Non ci sono solo gli occhi per guardare, le orecchie per ascoltare, le gambe per camminare... Un libro per mostrare ai più piccoli che non importa come si è fatti: c′è sempre da imparare, anche da chi sembra avere qualcosa in meno rispetto a noi.  Piccolo uovo questa volta scopre il valore del rapporto con gli altri e ad andare oltre le apparenze.




Il numero dei partecipanti è stato mediamente buono e non sono mancate le occasioni di confronto in riferimento ad esempi estrapolati dalla vita di tutti i giorni e dalle esperienze che ogni mamma, papà, nonna, nonno, educatrice, insegnante si trovano ad affrontare nell'affiancare bambine e bambini nel loro percorso di crescita e costruzione dell’identità.
Premessa di tutti gli incontri e concetto importante da tener presente è stata la dichiarazione che occasioni di incontro come queste non sono state pensate per giudicare le scelte o i valori altrui, né tanto meno con l’obiettivo di far cambiare idea alle persone presenti.
L’intento  più alto di questi momenti partecipativi è quello di accompagnare in un percorso di consapevolezza: ognuno di noi educa attraverso tanti linguaggi e tanti mezzi espressivi. Non solo le parole, ma anche gesti, espressioni, abitudini vanno a costituire “l’esempio” che diamo ai nostri bambini e alle nostre bambine. Questo vale per tutte le tematiche educative e, a maggior ragione, quando si parla di educazione alla differenza di genere e alla differenza in senso più allargato.
Essere più consapevoli significa essere più competenti.
Proprio per il grande valore dato al confronto che ha caratterizzato tutte e quattro le serate sceglieremo di restituire le considerazioni emerse sotto forma di pensieri e riflessioni nel rispetto delle opinioni di tutti.
Le riflessioni non sono state suddivise per tematiche proprio perché l’andamento di tutte le serate ha visto un intrecciarsi degli argomenti che vorremmo in un qualche modo riproporre qui.

Pensieri e riflessioni.

…subiamo un inculcamento culturale e arrivi a pensare che “sia giusto così”…
…con la femmina è più accettabile osare qualcosa di diverso…
…i papà fanno più fatica…
…è la famiglia, sono le mamme che inculcano e riflettono nelle figlie ciò che volevano loro…
…forse fino ad una certa età può essere libero…ma esiste una età?...
…dai comportamenti dei genitori di oggi si vede che i valori si sono spostati. Non esistono più i no…
…si dà troppa attenzione all’estetica…
…si tende ad escludere…
…occorre rivalutare le differenze come preziose…
…gli altri sono portatori di diverse risorse…
…si parla di diverso come di qualcuno di cui aver paura…
…è interessante la lettura che ognuno di noi può dare di che cosa sia straordinario…
…l’uomo è associato alla forza e al machismo…
…Ettore è riservato e ha un segreto da nascondere, ciò che non è accettato socialmente si tiene nascosto…
…le figure di Leonardo e Gedeone forse rappresentano il confronto con la società, la sfida, la gelosia e il giudizio…
…nelle immagini finali del libro su Ettore è interessante come le persone “nude”, “spogliate” delle loro apparenze appaiano tutti uguali e come tali più uniti …
…passa spesso il messaggio che l’uomo deve fare l’uomo, ma cosa significa?...
…il contesto in cui si è inseriti trasmettono messaggi forti anche da piccoli…
…più il mondo si apre più le famiglie si chiudono…
…si cerca di essere alternativi scegliendo colori neutri, non stereotipati…
…è interessante come l’immagine di un uomo che tiene in braccio un bambino e cucina non ci sconvolga mentre quella di un bambino che gioca con i pentolini o che coccola una bambola ci turbi così tanto…
…forse perché il papà, l’uomo adulto, ha una sessualità già definita mentre quella del bambino ancora non lo è. Abbiamo paura delle conseguenze …
…oggi le bambine sono più aggressive e giustificate dagli adulti…
…a volte è difficile riuscire a manifestare davvero la propria identità…
…secondo me il libro di Piccolo Uovo è un po’ maschilista perché i lavori più interessanti sono tutti quelli maschili e, inoltre, l’illustrazione dell’Uovo ha una sfumatura color rosa mentre fa molti dei lavori femminili e azzurra quando fa la maggior parte dei lavori maschili. E’ un elemento che contraddice l’identità di questo testo…  
…anche l’utilizzo del colore in tutto ciò che riguarda l’infanzia ci fa capire quanti stereotipi ci siano…
…non ci sono nel testo lavori neutri, non c’è la dottoressa ad esempio…
…non rispecchia la realtà. Nella vita vera ci sono ambienti lavorativi dove maschi e femmine fanno fatica ad affermarsi…
…a partire dai 3 anni di età i bambini e le bambine sono già “schierati/e”…
…i maschi sono più elementari, più selettivi…
…pensiamo a quando scegliamo l’abito di carnevale: i genitori che scelgono costumi alternativi sono pochi…
…ma i bambini e le bambine cosa scelgono? Rispettiamo le loro scelte?...
…lo schematismo di genere è per un certo verso innato: i maschi hanno caratteri maschili e le femmine hanno caratteri femminili…
…però indubbiamente esistono colori che sono dichiaratamente da maschio o da femmine…
…i Lego sono da maschio, i libri sono sia da maschi che da femmine, le bambole sono da femmine e i pupazzi per tutti e due…
…perché un maschietto che gioca in cucina a fare il papà ci deve preoccupare? Gioca, punto. …
…la componente dell’influenza televisiva non la batteremo mai…
…esistono maschi con l’anima femminile…
…è necessario rendere l’ordinario straordinario…
…dobbiamo avvallare ed accogliere le richieste dei nostri figli e poi vedere cosa succede stando però sempre al loro fianco…
…il diverso è poco accettato in tutti i casi…
…se facciamo giocare nostro figlio con le bambole non lo stiamo condannando a delinquere…
…l’identità di genere dovrebbe rimanere entro una sfera intima e personale…
…dobbiamo stare dalla parte del bambino!...
…anche il ruolo del linguaggio è importante. Sforziamoci si arricchire il nostro linguaggio con termini aperti verso l’accoglienza della differenza, in un certo senso neutri o che, comunque, non vadano a sottolineare gli stereotipi di genere…
…l’importante è che mio figlio sia felice…
…la differenza di genere non deve essere il meglio o il peggio…
…non dobbiamo nemmeno omologarsi ed eliminare le differenze…
…pensiamo a quanto si è lottato perché le donne potessero arrivare a ricoprire ruoli, anche istituzionali, che erano riservati solo agli uomini e guardiamo quanto poco è cambiato…
…ci sono davvero pochissime figure che rappresentino un vero “potere al femminile”. La maggior parte di queste donne si è solo omologata al maschile con atteggiamenti maschili. Fare le cose uguali non è giustizia. Non c’è accettazione del punto di vista femminile…
…esistono storicamente ancora troppi pochi modelli di donne che hanno ruoli di potere perché hanno saputo valorizzare le loro competenze, la loro intelligenze e le doti relazionali. I modelli che bambine e ragazze hanno davanti sono ancora troppo identificabili come omologazione maschile…
…non viene accolta la complessità della persona. Ci si ferma all’apparenza…
…dobbiamo capire anche come collocare la differenza di genere nel quadro più globale delle differenze…
…rischiamo continuamente di cadere nelle “trappole” di pregiudizi e stereotipi…
…occorre aprirsi alle risorse della persona, alle sue risorse di genere senza stereotipare…
…qual è il potere della parola e qual è il potere della “non parola”?...
…pensiamo al contrasto tra la reale omologazione maschile delle donne in campo politico e, per contro, i messaggi che ci arrivano dai media in cui si parla tanto di potere femminile e quote rosa…
…essere donna è un problema? C’è molta concorrenza tra donne. Tra uomini c’è meno competizione...
…le donne si pongono maggiormente in relazione, gli uomini si pongono con autorevolezza e potere…
…qual è la responsabilità delle donne? Forse in passato erano più accondiscendenti…
…è importante valorizzare le abilità di ognuno ed educare al valore della differenti abilità…
…come ci rapportiamo con le differenze?...
…come approcciamo un bambino diversamente abile?...
…quanto conta l’aspetto di una persona nella valutazione che noi facciamo della sua identità e delle sue competenze?...
…siamo sempre a lavoro per costruirci confini che però sono multipli. Occorre lavorare sulla valorizzazione del sé e sulle potenzialità del sé in rapporto all’altro e nel rispetto dell’altro…
…esiste un “noi” e un “loro”…
…l’appartenenza a un nucleo crea rigidità, dei muri tra singoli e tra gruppi, ma ci rassicura …
…già al nido esiste discriminazione…
…la differenza di genere c’è e va valorizzata nel rispetto, prima di tutto, della persona che si ha davanti, delle sue scelte e della sua libertà di espressione…

L’elenco di considerazioni, pensieri, critiche e riflessioni che le mamme, i papà, le nonne, i nonni, le educatrici e le insegnanti che hanno partecipato agli incontri svolti va sicuramente considerato come un baule pieno di interessanti spunti che possono a loro volta essere il punto di partenza per altre riflessioni e per altri percorsi di confronto e di crescita consapevole.
Rilanciamo ai lettori la possibilità di fare ulteriori commenti e considerazioni in un’ottica di forum mantenendo pur sempre un atteggiamento costruttivo e rispettoso.
Il coordinamento pedagogico e il personale dei nidi d’infanzia ringrazia le famiglie che hanno partecipato in modo così attivo alle serate e che ha scelto di portare il proprio contributo o anche solo di fermarsi silenziosamente ad ascoltare.

Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze. Paul Valéry


giovedì 15 gennaio 2015

A partire da giovedì 22 gennaio inizierà un ciclo di serate per i genitori sul tema delle differenze di genere. Sotto trovate la locandina con tutte le informazioni.

 Vi aspettiamo!

domenica 13 luglio 2014

Un po' di noi... 
I nidi raccontano idee e percorsi progettuali

Nido d'infanzia Primavera di Suzzara

La progettazione di quest'anno

Vorremmo condividere alcuni frammenti dei percorsi progettuali attuati in questo anno
scolastico: le sezioni Medi e Grandi hanno fatto una ricerca-osservazione sulle
"DIFFERENZE di GENERE" nelle relazioni tra bambine e bambini. Il proposito era
quello di  indagare sulle DEVERSITA’ di OGNUNO convinte che, nel gruppo, siano
fonte di “ricchezza” e base al “rispetto per l’individuo”. Abbiamo perciò osservato come tali DIVERSITA’ possano evidenziare le DIFFERENZE di GENERE in particolare, nei momenti di gioco:
Come vengono utilizzati i materiali di gioco dai bambini? E dalle bambine?
Come “abitano lo spazio” gli uni e le altre?
Quali relazioni significative nascono?
Quali CONDIZIONAMENTI SOCIALI e CULTURALI si possono cogliere a questa età?

Queste sono solo alcune delle domande che ci siamo poste in fase di progettazione.

L'idea di  questo percorso è stata supportata e sostenuta anche dal corso di
formazione proposto durante l'anno dal Coordinamento Pedagogico TERRE DEI GONZAGA  in collaborazione con la dott.ssa Giulia Selmi.

Per vedere il materiale documentativo sulle differenze delle sezioni Medi e Grandi cliccare QUI

Sviluppo dell’autonomia, consolidamento di una continuità educativa nido-famiglia e supporto alle competenze genitoriali sono alcuni degli obiettivi principali del progetto educativo condotto dalla sezione Primavera e dalla sezione Piccoli.

Per vedere il materiale documentativo della sezione piccoli cliccare QUI

Per vedere il materiale documentativo della sezione primavera cliccare QUI


Infine condividiamo con piacere alcune immagini della festa di fine anno (QUI), importante momento di incontro che valorizza come sempre la chiusura di un percorso fatto insieme: bambini, genitori ed educatrici.


Le educatrici del Nido Primavera


Nota: la visualizzazione dei file in allegato potrebbe non essere di massima qualità. Per visualizzare correttamente il materiale consigliamo di scaricarlo sul pc


martedì 13 maggio 2014

Serate per i genitori sul tema delle differenze di genere in educazione


"Crescere da maschi, crescere da femmine: tra differenze, stereotipi e opportunità"

A conclusione del ciclo di incontri per le famiglie sul tema delle differenze di genere svoltosi presso alcuni nidi del Coordinamento Pedagogico Terre dei Gonzaga pubblichiamo con piacere un po' di materiale, così come promesso nel precedente post.

Cliccando  QUI  potrete scaricare e consultare un estratto delle presentazioni proposte alle famiglie durante le serate. 
QUI invece potete trovare alcune proposte bibliografiche legate al tema delle differenze anche in senso più ampio.

Tra i tanti temi toccati e i tanti spunti di riflessione emersi, vorremmo rilanciare in particolare un paio di domande che, ci auguriamo, possano dare luogo anche a commenti e scambi sul blog. 
Il nucleo tematico centrale del confronto dialogato nato durante le serate è stato questo:

Occorre diventare consapevoli e lavorare sui nostri stereotipi e sui nostri pregiudizi.

Non sono i bambini che dobbiamo cambiare, ma noi stessi e il NOSTRO MODO di VEDERE LE COSE.

La prima cosa da fare è GUARDARSI

E, per tanto, iniziare a domandarsi:

È vero che trattiamo tutti i bambini con pari opportunità?
Siamo sicuri di non fare differenze di genere?
Se sì, quanto siamo consapevoli del nostro atteggiamento e del messaggio che, così facendo, comunichiamo?

Sperando di aver seminato curiosità e spunti di riflessione, ringraziamo tutti i genitori, le educatrici e gli amministratori presenti alle serate e ci auguriamo di poter continuare insieme l'approfondimento su questa interessante ed attuale tematica.



Nota: la visualizzazione dei file in allegato potrebbe non essere di massima qualità. Per visualizzare correttamente il materiale consigliamo di scaricarlo sul pc